Una PASSEGGIATA ascoltando la musica

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Per molti di noi la musica accompagna le giornate, le passeggiate, gli spostamenti. Alcuni la ascoltano come passatempo, altri per concentrarsi, altri per distrarsi. In questa pagina vogliamo proporvi l’ascolto di diversi generi musicali, con un’attenzione particolare al significato che possono assumere in questo tempo.

In fondo alla pagina trovate una sezione dedicata alle meditazioni musicali, con brevi guide all’ascolto.

Buon ascolto!

Gesù, mi dissero un giorno che eri morto…

“Sentinella, quanto resta della notte?”

Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere?
Vedrai miracoli, se crederai…
Nei milioni di sguardi, Santo Volto dei volti tu sei!

Meditazioni musicali

Giuni Russo – La sua figura

Chi accese la tv quel giorno, vide la donna accingersi a cantare illuminata dalle luci di uno studio televisivo. Prima di cantare, lei disse a voce bassa: «Sono parole di Giovanni della Croce». Poi, pur se affaticata, cantò. «L’estate appassisce silenziosa, foglie dorate gocciolano giù… Apro le braccia al suo declinare stanco, lascia la Tua luce in me…» Quel pomeriggio chi vide la tv ascoltò una canzone strana, diversissima dalle solite. «Stelle cadenti incrociano i pensieri, i desideri scivolano via: mettimi come segno sul Tuo cuore, ho bisogno di Te…».

Da quelle parole chi era davanti allo schermo intuì qualcosa, pur senza sapere del cancro dell’artista e della sua scelta di dar voce al dono della musica sino alla fine: quel giorno, in tv c’era una Canzone con la maiuscola. «Sai che la sofferenza d’amore non si cura, se non con la presenza della Sua figura… Tu mi conosci, non puoi dubitare, tra mille affanni non sono andata via… Rimani qui al mio fianco sfiorandomi la mano…» E persino chi si sintonizzò solo alla fine, capì tutto. Bastarono le ultime parole del canto, dolorose e sorridenti. «Come un bambino stanco ora voglio riposare, lascio la mia vita a Te». Dicono che mai più, in tv, si siano sentiti applausi scroscianti come quando Giuni Russo diede voce e anima alla canzone intitolata La sua figura.

Andrea Pedrinelli
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